Nota dell’Editore
Non abbiamo vissuto radicali passaggi, ma lenti equilibri che si sono spostati a nuovi livelli. E quello che seguirà è, in sintesi, ciò che abbiamo vissuto in modo naturale nel Surf.
Perché la vera evoluzione sportiva l’abbiamo avuta quando, anche in Italia, nelle più importanti e frequentate località, la percentuale di chi riusciva a sfruttare l’onda x la sua intera lunghezza (migliore velocità e manovre di base chiuse meglio) superò di gran lunga la metà di chi aspettava le onde sulla stessa line up. Anche con quelle prime tavole e mute molto simili tra loro.
Chi partiva e cadeva, chi andava solo dritto in lenti e precari equilibri, ora avevano nuovi migliori riferimenti. Questo, in breve, obbligò tutti a una naturale evoluzione e autoregolamentazione, anche se chi entra su di un’onda non sua (+ o – a “sua insaputa”) tutt’ora, non manca.
La velocità è il primo “segreto”, a iniziare dalla remata per prendere l’onda e anticiparne la direzione in cui si infrangerà. Perché, subito dopo la partenza, la velocità servirà, oltre che per fuggire dal lip, per caricare meglio le manovre successive (anche) in quei punti lontani dalle sezioni più ripide dove poter tornare a ritrovare la continua e necessaria spinta…
Allenamenti e soggettive sensazioni di entusiasmo permettendo, non è facile e non era difficile vedere qualcuno + bravo aggiungersi in parete, “quasi giustificato”.
Se la velocità è il primo segreto è anche il primo difetto che si protrae nel tempo, con l’età, con lo stile, la posizione dei piedi e del relativo bilanciamento del peso, obbligatoriamente centrato sulle “dinamiche” della tavola (obbligatoriamente adatta a quella giornata) e della spinta da “trovare”…
Più tardi si iniziava e più determinati tecnicismi (a parte rare eccezioni in una penisola “protetta” dalle Alpi e da un Mare chiuso senza frequenti, consistenti mareggiate) erano più lenti da far propri se non si sfruttavano tutte le condizioni e i relativi viaggi estivi. Se poi si aggiunge che nel surf non vale la regola di “come andare in bicicletta, che non si dimentica una volta imparato a pedalare…” si rafforza lo stile di vita dove tutto porta ad allenarsi per aspettare quel giorno in cui la si troverà all’orizzonte… Perché in acqua tutto è in movimento e ogni singola onda ne amplifica lo sforzo e il migliore istinto nel saperne coordinare simultaneamente tutto, allenamenti permettendo.
Anche l’insieme delle dinamiche commerciali hanno contribuito ad amplificare e ramificare l’evoluzione territoriale: un’offerta di tavole + ampia e quindi più specifiche alle diverse fisicità e condizioni; mute sempre + morbide anche con millimetri di neoprene maggiori; viaggi, negozi e riviste a mantenere alta l’attenzione verso le novità e tutto quello che poteva aiutare a metabolizzare prima una cultura, uno stile di vita da crescere, condividere negli anni, perché sempre aperto alla natura infinita della vita… senza obbligatoriamente competere o apparire tra i riflettori delle gare.
In modo diretto e indiretto tutti hanno spinto alla sua evoluzione e… non è finita. Sensori nelle tavole x dati da rivedere nelle App? Forse…
Il “bene comune” delle onde si è + o – rafforzato nelle diverse località d’Italia, imponendo le stesse, tacite regole di comune convivenza in acqua di chi, oltreoceano, aveva già affrontato il problema immancabile del sovraffollamento, anche in circoscritte “derive locali”…
Tra surf, mercati finanziari e persone che muovono l’Italia non è troppo distante e difficile vederci Oceani che si “autoregolano”. Se per i primi gli effetti possono anche essere “temporaneamente” devastanti nelle 2 loro, semplici e “naturali” direzioni – equilibrandosi nei cicli del tempo -, per il terzo gli effetti sono la diretta conseguenza dell’attuale situazione di disagio, sempre+ diffuso, in Italia. Devastante se si pensa al nostro patrimonio culturale, “genetico” che ha da sempre riempito, direttamente e indirettamente, le nostre vite…
Perché se le eccellenze trainano il “bel Paese” e il Papa ne benedice la Fede, crisi, disoccupazione, suicidi, divorzi, femminicidi, figli contesi, esodati, cassaintegrati, mense sociali, social card e chi più ne ha più ne metta, sono il “naturale”, nuovo scenario contemporaneo italiano, ereditato “indirettamente” da tutti in questa vita e nuova era, obbligata al cambiamento.
KSM x il sociale 2.0: Una line up migliore e “autoregolamentata” x tutti.
Dove eravamo: Una nuova idea KSM x l’Italia che protesta
Dove siamo: Consigli x l’uso, comunque vada
Dove andiamo:
Anteprima
Questo testo vuole rivolgersi a tutti, da chi dirige questo Paese a chi ne diffonde anche la più personale delle opinioni, da chi protesta a chi non ne vede più l’evolvere umano. Consapevole che solo una sana responsabilità di tutti può aiutare dove evidenti limiti non finanziati, si fermano al nostro semplice stile di vita… Surf.
Se siamo dirette conseguenze di questo sistema non è più giustificato non capirne la complessità più ampia, anche per non vederne più il solo tornaconto del settore/studio/lavoro/… di appartenenza.
E’ evidente che semplificare un sistema costruito a garanzia di un lavoro improduttivo, rischia di far perdere ulteriori posti di lavoro in territori, in famiglie già provate. Un rischio, però, più consapevole dell’attuale situazione dove nessuno è più capace di arginarne le conseguenze burocratiche. E portare tutto il sistema ad un livello superiore, può solo aiutare a vedere il nuovo, una modernità che altrimenti rischia di naufragare in una peggiore crisi e deriva sociale, determinata da quel solco sempre più profondo tra il nuovo (inimmaginabile…) e un passato non aiutato nel tempo ad evolvere, se non nei vincoli delle “frustranti”, “rattoppate” e “improvvisate” imposizioni burocratiche.
Se, nel Surf, sono stati anni di lenti equilibri che si sono spostati nel tempo a nuovi livelli, fuori dall’acqua siamo obbligati a darne prova migliore di capacità, nel breve.
Fine 1a parte
Enjoy your Life
Keep Surfing
L’Editore
A.D. Surf – 21 Febbraio 2014
https://twitter.com/ksm_live/status/436822414195171328
9 Marzo 2014
In contemporanea all’evoluzione culturale che stiamo vivendo, con il nuovo che sta emergendo e spingendo anche dalle più piccole delle cose, è possibile fare ancora qualcosa x il sistema che non ripeti più gli errori e i percorsi del passato? E’ possibile dare ancora all’Italia una coesione e un orizzonte futuro migliore senza più quelle ombre di possibili crisi umane, prevaricanti anche sulla natura stessa della vita?
E’ possibile affrontare il tutto con un unico intervento di sistema, per portare tutti ad una “line up” migliore, anche senza l’irreale ipotesi di uscire dall’Euro?
Non siamo migliori, ma remiamo in Natura verso quelle stesse, invisibili line up nel mondo. Perchè sono sempre lì, nascoste a chi non sa vederle, ma evidenti a definire il tipo di onde che ci attendono quel giorno. Al rispetto e ai nostri allenamenti renderle migliori e surfabili nel tempo…
Tralasciando qualsiasi paragone con l’estero, in positivo e in negativo, e basandoci solo sulle nostre esperienze, non possiamo che ripartire da:
Dove eravamo
E per non farlo troppo da lontano, è possibile definire la Famiglia, la territorialità della Chiesa e la Costituzione, la vera, evidente e condivisa line up dell’Italia, anche in questa nuova identità Europea?
Dove siamo
In tutti i surf spot, le condizioni possono cambiare anche nell’arco di poco tempo (chi prima e chi dopo anche se molto vicini tra loro…) in base all’esposizione, all’inclinazione dei venti e delle correnti.
In giornate di evidente mare incrociato, di correnti è facile perdere i riferimenti della line up se il moto ondoso non segue un ordine ben preciso e regolare nella formazione dei suoi set di onde.
L’avviso x i neofiti è di non entrare mai, perché anche i più esperti valutano con attenzione se farlo, obbligatoriamente allenati e in compagnia di altri esperti.
Meglio non entrare? Di certo l’attenzione e le responsabilità salgono. Chi lo ricorda a chi ha dato l’orizzonte al Paese in questi anni?
E’ evidente che diventa facile distoglierne lo sguardo per vedere continuamente i riferimenti della riva spostarsi, finendo in punti meno osservati e studiati prima dell’entrata. E finirci stanchi, con onde anche +forti della corrente che contrasta e limita i movimenti, può cambiare la session in acqua. Perché il continuo remare e insaccare, se le energie sono in riserva e la serie di onde è +grande e numerosa delle precedenti, può cominciare a modificare la regolarità dei movimenti (dove non c’è niente di fermo x capire(?)…), può far perdere inevitabilmente lucidità e forza, finendo nel non farli più con decisione e spinta…
E questo mi salva dall’elencare e descrivere tutte le evidenti storture dell’Italia che hanno portato, anno dopo anno, il Paese ad essere così stremato in un indefinibile punto senza più riferimenti.
Confermato anche dal numero elevato di “disoccupazione, suicidi, divorzi, femminicidi, figli contesi, esodati, cassaintegrati, mense sociali, social card e chi più ne ha più ne metta…” non dovrebbe essere difficile capirlo.
Se a tutto questo ci si aggiungono anche le nuove forze fresche che entreranno (agevolate dalle nuove tecnologie e da meno burocrazia x aiutarli all’entrata…) e che faranno perdere anche le ultime onde disponibili per tornare a riva ad altri, in evidente e silenziosa difficoltà, la “mattanza” non finisce…
Dove andiamo
Alla domanda di chi vorrebbe una società migliore, non sarebbe difficile prevederne la risposta. Anche se chi vorrebbe il tutto fermo ad amplificarne le “storture” del sistema, per il suo solo tornaconto, non manca. E questo lo si vedrà anche alla fine di questa nuova idea KSM x il sociale.
Perché anche l’evidente semplicità dove ci conduce Papa Francesco dovrebbe solo far lavorare a quel sistema dove tutto diventa orizzonte chiaro, condiviso e di tutti.
E’ inevitabile comunque che andiamo verso una società che evolve, che si vuole migliore, con le dovute e obbligate responsabilità. Chi arriverà prima e chi arriverà dopo all’evidente cambiamento, sono però, ancora troppo spesso sotto la non chiara osservazione di chi non ha ancora trovato il suo “insieme”.
Molti lavori si sono trasformati, molte cose che prima erano a pagamento sono diventate gratuite (fare foto?), e viceversa. Il sistema muove verso il nuovo, anche se non se ne conosce molto nel (+o-) soggettivo quotidiano, fino ad essere acquisito nelle abitudini contemporanee, consolidandolo definitivamente. Come l’evidente raccolta differenziata che non è più considerata un “processo” ambientalista, ma un primario interesse che avanza nelle moderne civiltà globali.
Ma per non perdere di vista la “line up” di dove andiamo…
a breve…
non prima del 31 Marzo…
9 Aprile 2014
1-2 settimane al massimo per la definitiva pubblicazione…
24 Aprile 2014
Ma per non perdere di vista la “line up” di dove andiamo… vorrei partire dall’EXPO2015.
A vederlo organizzato, con stand internazionali dal valore milionario, non può che rafforzare il tema futuro di una visione globale, di una nuova educazione culturale partecipata da dare a un Pianeta affollato, sfruttato e da gestire meglio per venire incontro anche al primo bisogno umano da soddisfare nel tempo: l’alimentazione. Oltre, naturalmente, al contributo che si offre alla crescita dei singoli stati organizzatori di eventi a livello internazionale, culturale, sportivo e non solo…
Ed è proprio da questo irrinunciabile bisogno che si dovrebbe cominciare a pianificare la vera rivoluzione culturale che permetterà a tutti di trovare quel punto d’incontro sulla stessa line up. L’insieme di una società da portare ad un nuovo livello. Tutti uguali nel primo bisogno umano, in evoluzione alla contemporaneità dei tempi, sempre + globali, e alla modernità da far arrivare nella vita di tutti, in Italia e a seguire in Europa.
PERSONAL FOOD (Introduzione)
60milioni di italiani con la “Personal Food”, che orizzonte offrirebbe?
Andiamo con ordine.
La si potrà intendere come un “Kit di sopravvivenza alla civiltà moderna”, in un’epoca dove le storture di sistema (evitabili?) hanno raggiunto un loro, primo e temporaneo(?) apice?
L’intento è di portare tutto il muoversi della società ad una line up migliore, ad un valore superiore dell’attuale e indefinibile (ripetuta?) situazione (allarmante?) di disagio diffuso, vincolandola, “però”, alla crescita moderna, speranza e sicurezza futura di tutti.
Perché se molti degli attuali anziani riescono a malapena a capire internet, con il futuro sempre + accelerato alle novità rivoluzionarie del tempo, potrebbe andare peggio con ripercussioni più complesse e più ampie su intere generazioni e comunità. E se non si riuscirà anche a legare e vincolare l’intera società alla crescita in tutte le sue sfumature, perderemo anche l’ultimo vantaggio culturale che avevamo…
E’ evidente che viviamo una diversa modernità dal già passato oggi. I cicli economici sono diventati più ampi e connessi, multi piattaforme governano le offerte di prodotti e servizi e il libero mercato richiede/pretende una spinta, non errata, al costante evolvere delle società/comunità. E negare o rallentare il “consumismo” migliorativo non aiuta se non ad amplificare le storture di un processo evolutivo obbligato, di una società costretta anche a muoversi sull’inevitabile(?) cannibalismo futuro dello stesso mercato… lavoro.
E intervenire solo a correggere eventuali storture, lasciando al liberismo la possibilità di evolvere nel rispetto delle regole, dovrebbe essere la più evidente e consolidata identità di Stato moderno, anche in Europa.
Passando dall’analogico al digitale tutto è radicalmente cambiato nel campo fotografico. La stessa percezione fotografica, con l’ultima moda dei “selfie” o delle immediate foto con gli “evoluti” telefoni, continua a migliorarsi in una nuova forma di sviluppo d’insieme dal recentissimo passato. E intervenire a interrompere l’evoluzione naturale di molti settori, anche se in dolorosi processi – comunque – evolutivi, non permettendo di liberare nuove idee delle comunità e delle relative generazioni future, rischia di amplificare anche specifici, eventuali problemi latenti, legati semplicemente ad una sola e “antica” attività, collante di un singolo territorio. Il tutto a rallentare la semplice possibilità spontanea, di una nuova preparazione futura +o- propositiva e aperta al nuovo, proveniente anche dal privato o dall’estero.
La Personal Food può essere uno stimolo a tutto quello che deve essere lasciato al liberismo, per vedere maturate nuove idee, mentalità ed occasioni da incentivare come processi di trasformazione, sfide lavorative future nel livellare anche nuove, possibili storture.
E il vantaggio ereditato dal prezioso e storico passato rischia di perdersi nell’incapacità di portare la società ad un nuovo livello.
L’ennesima forte accelerazione al nuovo che si richiede al Brasile x i prossimi Mondiali di calcio, non poteva che generare anche violente proteste tra la popolazione per evidenti sprechi e costi lievitati. Inevitabili davanti a un disagio sociale amplificato, anche dal non aver ereditato ospedali, scuole e un sistema culturale passato come il nostro…
Perché se l’Italia non può competere con le nuove forze lavoro sottopagate (al limite dello schiavismo in molte parti del mondo…), per nostre naturali evoluzioni culturali, possiamo fare in modo di arrivare ad una nuova e migliore line up, creando semplicemente i presupposti per un nuovo concetto di vita con la Personal Food.
Se in Paesi dove mancano molti servizi di base è facile notare e capire dove intervenire, in Paesi più sviluppati l’intervento deve essere mirato al sistema. Lo stesso che ramificandosi, con tutte le inevitabili storture, di anni di non interventi, richiede ora un obbligato ritocco d’insieme. E quanti stipendi sono fermi da anni?
Perché, se tutti avessero la Personal Food, cambierebbe il concetto stesso del sistema, dal lavoro alle tasse passando per la famiglia e il risparmio, finendo alla speranza futura della vita. E se si sposta lo sguardo a tutte le diverse culture sociali, tutti vivranno in un nuovo insieme. Tutte le generazioni future partiranno, al compimento del loro 18° anno di età, da un’epoca e una nuova mentalità conseguente al futuro, al lavoro, alle singole passioni che siamo stati capaci di rivalutare anche con la minima certezza alimentare mensile della Personal Food di oggi: Kit di sopravvivenza alla civiltà moderna e alle sue inevitabili(?) storture.
Questo permetterebbe anche di sostenere tutte quelle singole persone, quelle famiglie rimaste senza reddito o che non arrivano a fine mese o a chi ha deciso, “erroneamente”, che l’alimentazione è meno importante di altro (alcol, droghe, gioco… etc.).
Non si può prevedere se risolverà anche tutti gli altri problemi legati alla criminalità. Di certo permetterebbe di scegliere davanti ad una nuova era, che pretende una nuova società, di intraprendere altre strade se la “Personal Food” venisse bloccata per quei mesi che si finisse in detenzione per scelte sbagliate (costi che la società paga ugualmente per tutti gli attuali detenuti).
Senza considerare che un nucleo familiare non andrà mai più sotto una determinata soglia alimentare (alimentazione garantita e “migliorata” anche dalla somma di tutti i componenti della famiglia con la Personal Food).
Perché una civiltà moderna che evolve deve anche saper prevedere, se non anticipare, il disagio conseguente alle storture ereditate, così da permettere nuovi processi di cultura, formativi, conoscenze di base più ampie a sostenere la collettività, anche dopo un errato percorso di sistema… o un “peggior” errore privato, sia esso da un lavoro, da un matrimonio, da un incidente o da una “debolezza” umana…
Il progresso raggiunto e il relativo consumismo hanno determinato l’evoluzione contemporanea. Nulla di sbagliato se viene visto come forma di miglioramento della civiltà. L’errore che si può continuare a fare è non riconoscerlo e rafforzarlo come tale e, quindi, non intervenendo nei processi di crescita dell’intera collettività. A partire dalla formazione dei giovani, dalla nuova educazione proveniente anche dalle nuove mentalità dei genitori con la Personal Food, e dagli esempi da dargli per il superamento dei limiti generazionali. Gli stessi che molti detrattori impongono ancora nel non definire mai l’anno da cui tutto, sembrerebbe, aver avuto un peggioramento culturale. Cosa è venuto dopo e capire se è stato un vantaggio o uno svantaggio per la collettività, ma che tutti, indistintamente, ne sfruttano i vari e molteplici vantaggi nel tempo…
Non sono per il pensiero unico, ma almeno per lo stabilire le conoscenze di base(?), perché non può più essere un’opinione della collettività il non sapere che una sola goccia di sangue, determinata da un’insignificante ferita sulla pelle in zone a rischio squali, può essere peggio per l’intera comunità che si muove nelle stesse acque…
E se il primo bisogno umano è in parte garantito (nell’essenziale) tutti i mesi, che valore avrebbe il denaro rapportato alle altre esigenze della vita?
Che nuove famiglie si formerebbero se tutti i componenti avessero la loro Personal Food? (Dove i genitori avrebbero anche in dotazione quella dei figli fino al raggiungimento del loro 18° anno di età).
Tutti ne avrebbero dei benefici, la società ne avrebbe un vantaggio, il lavoro si liberalizzerebbe meglio e tutto quello che verrà in una nuova società con meno disuguaglianze dal basso.
Abbiamo avuto tante epoche, dall’Impero Romano allo sbarco americano, dalle epidemie al Risorgimento, dalle guerre ai vari, influenzanti “indottrinamenti”, fino a questa nuova era da confermare e consolidare nel +consapevole, +maturo progresso delle conoscenze raggiunte. Perché la globalizzazione, e una civiltà più aperta, non può che portare anche a un nuovo mai affrontato in precedenza. E le immancabili storture, se non potranno essere anticipate, possono almeno essere, in parte, livellate dalla Personal Food.
E tutto spinge nella stessa direzione della collettività, dell’insieme connesso, moderno, da maturare ed evolvere.
Perché, quello che sta avvenendo in Italia o quello che potrebbe maggiormente determinare solchi sempre più profondi da colmare, è la netta differenza tra il nuovo e il passato. Mentre il nuovo vive ed evolve nella consapevole contemporaneità del “rispetto” del tempo, tra vita, ambiente, salute etc. molto del vecchio rimane fermo a quel modello imposto, conseguente a quella stessa società che ha generato molti dei peggiori disastri ambientali che si conoscono oggi e… non solo.
Che valore e senso rafforzato avrà il nuovo con il suo “miglior”, studiato “rispetto”? Una società in cui sono ancora in molti a non vedere e credere quanto di buono si può fare per una collettività e un futuro migliore alla portata di tutti, dalle piccole alle grandi comunità, Metropoli del futuro…
Non si può prevedere che dirette conseguenze si avranno dall’aver classificato genitore 1 da genitore 2 o da qualsiasi altro riconoscimento evolutivo di una società, di un’Europa obbligata a riconoscersi e fondarsi anche nelle sue diversità.
Non si può prevedere se l’istinto naturale umano, di spingersi nelle conoscenze e nella crescita, verrà “impigrito” e di quanto, da una nuova collettività legata anche dalla Personal Food.
Di certo l’impegno, le responsabilità oggettive potranno riconoscersi meglio nel pretendere da tutti una società migliore.
Lo stesso, attuale Presidente del Coni sottolinea che in Italia si fa poco sport, come di cultura non si mangia e il lavoro risponde all’esigenza futura di questa nuova era.
Il lavoro deve tornare a spingere e ad esprimere passione, anche temporanea, verso progetti, verso l’obiettivo condiviso di un datore di lavoro, scelto anche (perché no!?!) con la consapevolezza che, comunque vada, tutti i componenti di quella famiglia, +o- vincolata da un unico reddito da lavoro, possono guardare al futuro anche con quella nuova mentalità determinata dalla Personal Food.
Perché comprare un quotidiano o abbonarsi periodicamente a qualche altra forma culturale mensile, fare sport, non dovrebbe essere un sacrificio per altro… come l’acquisto di qualsiasi strumento che possa migliorare la singola quotidianità (dall’aggiornare i vari “sistemi operativi” in tutti gli strumenti a come avere un maggior numero di tavole e mute x i diversi Oceani e stagioni del Mondo…) non dovrebbe essere un sacrificio per altro…
Altro naturalmente inteso, senza distinzioni di età e di stile di vita, dalla casa alle relative, interminabili bollette e spese…
Come tanti autonomi, tanti imprenditori di se stessi +o- con partita Iva, che non esiterebbero a investire di più, nel cercare soluzioni alla crisi, che su necessari e irrinunciabili alimenti…
Perché disintossicare il sistema e le molti conseguenti storture che si sono generate nelle disuguaglianze culturali, non può che alimentare nuove speranze nella quotidianità della vita. E semplificando di molto anche il sistema, non può che rigenerarlo nel riattivare speranze, in modo naturale, al consolidamento di questa nuova era d’insieme. Perché dai sussidi di disoccupazione alla cassa integrazione, passando per i bonus bebè, al futuro ipotetico reddito di cittadinanza e a tutte le altre attuali detrazioni fiscali concesse dai vari Governi (coniuge a carico, sconti autostradali, social card, detrazioni sanitarie x celiaci (link del 14/07/2015) etc.) si avrebbe un’unica, semplificata voce d’insieme nella Personal Food. Così da eliminare tutto e ridefinendo gli attuali importi in aiuto dei singoli, ma più responsabili e integrati alla continua esigenza di crescita nel tempo, preteso e consolidato da tutti.
Questo anche in previsione di uno snellimento della macchina burocratica dello Stato.
E un ulteriore dinamica di rafforzamento può avvenire il giorno in cui si fisserà definitivamente, anche in Italia, il salario minimo garantito. Questo permetterebbe così di rivalutare anche il ruolo dei sindacati per non averli più sul costo della collettività, responsabilizzando di più i dipendenti che vivranno una nuova era con la Personal Food.
E se il mercato muove verso un maggior liberismo, con meno dipendenti pubblici sui bilanci dei vari Stati Europei, la “Personal Food” può maturare un maggior dinamismo al lavoro e ai risultati raggiunti, una maggior spinta ai consumi, invece di finire in lotte settoriali passate. Perché un nuovo mercato globale, più competitivo e che evolve costante, anche nel pretendere nuovi livelli di società nel tempo, non può più permettersi di finire come un ulteriore costo, con un prezzo sempre più elevato da pagare per l’insieme della stessa collettività. E il costo che la società paga per qualcuno che sceglie lavori di cui non possiede particolari e specifiche attitudini, può essere più alto, proprio perché può essere un posto tolto ad un altro finito in altro luogo senza motivazione, se non per quei costi da sostenere nella quotidianità della vita.
Nulla di errato a sbagliare e capire in ritardo quello per cui si vuol lavorare, magari semplicemente nel voler cambiare e mettersi al servizio della collettività in altro modo, da se o con altri.
Compito di chi riveste determinati ruoli di responsabilità è capire l’importanza di tutto questo e della Personal Food come spinta d’insieme.
Mentre il progetto “KSM x il sociale 2.0” si definisce, l’attuale Governo ha cominciato a muovere i primi passi verso un obbligato nuovo, ma determinato più da temporanei e specifici aggiustamenti passati che da una vera rivoluzione culturale, moderna. 80euro mensili in più in busta paga a 6mln (circa) di dipendenti sotto un preciso reddito, non può che aiutarli nella loro quotidianità, ma come farebbero comodo a tanti altri..
Alcuni esempi dell’attuale situazione in Italia dove l’unica voce della Personal Food potrebbe dare avvio ad una nuova fase epocale:
Oltre 1mln di famiglie senza reddito da lavoro: http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2014/04/21/crisi-oltre-1-milione-famiglie-senza-redditi-da-lavoro_e88f47e5-6526-4575-9be1-407d58726df9.html
Single italiani ko con il fisco: http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio_news.asp?id=201404112034392581&chkAgenzie=ITALIAOGGI&sez=newsPP&titolo=Single
Stipendio antiviolenza alle casalinghe: http://www.corriere.it/cronache/14_marzo_02/nuova-sfida-hunziker-bongiorno-stipendio-antiviolenza-casalinghe-0c22237e-a24e-11e3-adcb-9ee016b80fee.shtml
Con divorzio addio vecchi standard di vita: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2014/02/17/Dopo-divorzio-va-crisi-standard-vita-_10089135.html
Troppo basse le pensioni minime: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2014/01/29/-Italia-troppo-basse-pensioni-minime-_9981322.html
L’Italia è il Paese peggiore per chi perde il lavoro: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-01-21/allarme-ue-12percento-occupati-italia-non-arriva-fine-mese-lo-stipendio–143612.shtml?uuid=AB6cWCr
Va mantenuto il figlio 28enne ancora studente: http://www.lastampa.it/2013/11/06/italia/i-tuoi-diritti/famiglia-e-successioni/cassazione-va-mantenuto-il-figlio-enne-ancora-studente-fYpDhXUAjY5s17qDNkcMQK/pagina.html
Raddoppiati divorziati e separati: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/12/23/Istat-raddoppiati-divorziati-separati_9820281.html
PERSONAL FOOD (Esempi)
Il primo step sarà determinare un paniere alimentare tipo (età media) x avere l’importo di riferimento mensile (rivalutato con l’andamento dei prezzi), così da permettere a tutti di poter delineare un nuovo sistema di eguaglianza in una moderna civiltà occidentale evoluta (ipotesi di importo forfettario se utilizzato in forma progressiva nel tempo fino al raggiungimento dell’importo adeguato e corretto).
Stabilito l’importo, tutti avranno questo minimo garantito da sfruttare durante l’arco di ogni mese e solo tramite tutti quei punti alimentari a cui ci si legherà periodicamente (ipotesi di una durata minima di una stagione).
Sarà l’attività commerciale ad avere e ricevere le detrazioni fiscali, dalle varie amministrazioni di Stato, per una percentuale massima da stabilire così da non superarla con nuovi clienti affiliati. E se il lavoro nel settore alimentare, della ristorazione è portante nell’economia di un Paese come l’Italia, nulla di sbagliato a creare i presupposti per un nuovo sistema d’insieme.
All’attuale situazione commerciale non cambierebbe molto, se non che alcuni clienti riceveranno anche questa semplice pratica amministrativa alla cassa.
E anche se un cliente avesse legato la sua Personal Food ad un singolo esercizio commerciale, non cambierebbe le sue abitudini se altri prodotti li avesse sempre presi altrove.
Non si potrà avere una tecnologia diffusa i primi tempi x permettere a tutti il naturale automatismo di questo nuovo sistema, ma si può iniziare con forme più semplici per renderlo progressivamente migliorativo e sempre più tecnologico nel tempo.
Perché si può lasciare libertà al mercato e al tempo nel sviluppare tecnologie per l’automatismo di determinati processi (ormai sempre più diffusi anche nelle carte fedeltà dei vari market in genere) , ma si dovrà comunque offrire uno standard di base a tutte le attività commerciali da offrire in luoghi(?) come in tutte le Camere di Commercio locali.
Così ci sarà chi si legherà al supermercato o al salumiere di zona, chi al negozio/banco di ortofrutta, chi al bar per la sua colazione quotidiana, chi al ristorante per le sue uscite periodiche, ma tutti a soddisfare il primo bisogno umano con quel minimo garantito dalla Personal Food. Saranno le attività ad evolvere e ad essere spinte all’incentivato liberismo evolutivo dettato anche da una clientela più preparata. Così ci saranno le attività che rimarranno nello standard offerto dalle Camere di Commercio per il tempo necessario allo sviluppo offerto dalle stesse istituzioni (smart city), e chi sfrutterà nuove e rivoluzionarie App con nuovi sistemi connessi e protetti, offerti dal mercato futuro, in costante evoluzione.
E’ segno dei tempi che viviamo una diversa era e non dovrebbe essere così difficile dare maggiore importanza a un intero sistema da rimodulare e imporre, anche nella prospettiva futura degli imprevedibili cicli economici, ormai più ripetitivi e più pericolosi degli imprevedibili cicli del tempo.
E come la si affronterà la prossima crisi?
C’è una maggiore richiesta di qualità, di bello in tutte le cose che si sviluppano e si creano per le comunità e per il singolo. Nell’eventualità concreta di maggiori investimenti e capitali dall’estero, di turisti in un Paese che merita maggiori riqualificazioni, dalla possibilità Europea di un minimo reddito alla cittadinanza di tutti gli Stati, la Personal Food a tutti gli italiani permetterebbe, intanto, anche di rivalutare gli equilibri della tassazione così da creare nuove basi per una migliore ridistribuzione economica, sociale ed evolutiva.
Perché se un nucleo familiare godrà di una minima certezza in più, anche in base ai valori della vita scelti, alcuni punti possono essere rivisti non eliminandoli, ma confermandoli nella certezza condivisa di riequilibrare un sistema anche nel suo “consumismo” evolutivo e non nel suo freno ai consumi perché ignari del proprio e del futuro dei propri cari. Finendo poi nell’amplificare odi populisti di un antico disagio ereditato così da aumentare quel voto di protesta (giustificato?) contro tutti e contro l’Euro o nel peggior disinteresse verso, “forse” un giustificato eccesso di politica in Italia che ha reso tutti, ignari dipendenti improduttivi… (?)
Il processo degli attuali sgravi fiscali ai cittadini potrebbe essere rivisto in un arco temporale più ampio.
Ad esempio si potrebbe stabilire che ogni tot anni, naturalmente più che in altri periodi, ci fosse qualcosa di generalizzato e atto al miglioramento evolutivo di tutti. Potrebbe essere stimolante per tutta l’economia che a ogni decennio ci fossero dei forti sgravi fiscali per la tecnologia. Un appuntamento periodico come avviene in qualsiasi avvenimento di massa, ma in una visione ancora più ampia delle Olimpiadi o dei Mondiali di Calcio, delle già citate Fiere Internazionali (Expo2015) etc. dove la partecipazione e i contributi utili al miglioramento altrui, diventano importanti e partecipati da tutti gli Stati coinvolti.
Questo anche in relazione alla forte accelerazione che si avrà nei prossimi anni con l’utilizzo, sempre più diffuso, delle nanotecnologie. Così anche i più ritardatari, in quegli anni potranno cercare di colmare il gap, sia esso per la casa o per altro nel quotidiano…
Saperlo anche in anticipo in modo così periodico, potrebbe permettere anche di valutare molti dei lavori e investimenti che spesso si rimandano a data indefinita, sia x chi vende sia x chi acquista. E questo, non è altro che quello che avviene in tutte le attività economiche che muovono in cicli economici di più breve periodo, tra festività e stagioni.
E non sarebbe errato pensare anche al lavoro che si svilupperebbe a cavallo di quegli anni.
Perché se molti lavori vivono la stagionalità dei singoli anni, questo avrebbe solo una prospettiva più ampia, ma studiata dall’uomo nel tempo, come per qualsiasi altro avvenimento internazionale che già si conosce.
La Personal Food alle famiglie abbinata ad un nuovo sistema di sgravi fiscali potrebbe aiutare la società e l’intera economia a lavorare verso un nuovo futuro d’insieme:
dall’aumento dei pannelli solari nelle abitazioni (tetti, vetri etc.) alle centraline condominiali per ricaricare le automobili o moto future(?), dalle ristrutturazioni condominiali alle antenne centralizzate (riduzione delle precedenti antenne selvagge) a interi pacchetti di tecnologia portatile per il singolo/famiglie (smartphone/tablet/pc portatili… etc.), o tutto quello che potrà venire in futuro e incentivato maggiormente.
Perché è sicuramente più facile progettare nuovi quartieri che rivedere interi piani di riqualificazioni urbane, se non per quell’imposizione statale che si conosce in Italia a ignare famiglie, già in crisi per altro e senza nessun altro supporto, se non nel loro dignitoso silenzio.
Non si può prevedere tutto, specie nell’intraprendere nuove strade mai tentate prima. Di certo molto è cambiato anche da tutti quei trattati di economia con il semplice evolversi e ramificarsi delle società.
La quotidianità di questa civiltà è ancora paragonabile al passato? Quanti ipotetici spazi, +o- fruibili da una persona, sono stati occupati/invasi da nuove forze lavoro anche senza nessun tipo di esborso economico da parte di quest’ultima?
Dalla globalizzazione produttiva e connessa su tutto, alle varie spinte internazionali sempre + partecipate e condivise, l’evoluzione continua. Gigantesche fusioni commerciali ed eventi internazionali dati nel tempo e nel mondo spingono ora ad un nuovo senza precedenti, dove le detrazioni fiscali sono l’ultimo, antico baluardo di una vecchia mentalità chiusa a contenere la latente curiosità delle civiltà verso la crescita, dai migliori prodotti della terra fino all’ultimo prodotto tecnologico. E in un Paese come in Italia, dovrebbe essere capovolta la cultura delle priorità, proprio per i forti, preziosi riferimenti di base che si hanno dal passato, dagli esempi più belli fino alle peggiori esperienze…
E molto cambierà nel modo di pensare di tutti, dalla futura idea delle pensioni dei giovani ai matrimoni, passando anche per le immancabili percentuali di separazioni e divorzi, dalla mentalità dei giovani, che forse ambiranno anche a temporanei progetti migliorativi, per finire ai femminicidi dove la causa principale, sembrerebbe essere, per la maggiore, la differenza economica dei due coniugi in un deleterio quotidiano…
Puoi essere parte di questo processo di cambiamento non seguendoci, ma remando insieme a Noi verso la line up di un Mondo migliore…
Perché se non ti fermerai a vederne solo gli errori, puoi fare meglio se non dovessimo riuscire.
A te la scelta di promuoverlo, capirlo e farlo.
Scusa il ritardo.
Enjoy your life
Keep Surfing
Carlo Azzarone
@Surfer_KSM
https://twitter.com/ksm_live/status/459260912265097216
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PERSONAL FOOD (Struttura di base)
La prima ipotesi di progettazione può prevedere che le Camere di Commercio offrano, a tutte le attività commerciali del settore alimentare/ristorazione, un carnet di acquisto di base (codici numerici progressivi per contenere il totale numeri dei clienti affiliati per ogni singola attività – codici che in futuro potranno essere digitalizzati in carte elettroniche o su smartphone) per un numero richiesto dall’esercente per i suoi clienti affiliati alla sua attività.
In attesa dell’evolutivo liberismo nei vari settori (maturato anche dalla stessa amministrazione di future smart city) i carnet possono essere suddivisi in diversi tagli, importi/frazione della cifra totale messa a disposizione mensilmente: 3E 5E 10E 15E 20E (es. utilizzo ipotetico 5 tagli: colazione, pane/latte/etc., market, ristorante)
L’attività commerciale li numererà con il codice assegnato al proprio cliente così nell’eventualità di perderli potranno anche essere bloccati.
Si potrebbe stabilire un abbonamento minimo di una stagione con rinnovo automatico, lasciando alle attività eventuali promozioni per legare il cliente ad un abbonamento anticipato maggiore.
Importante: l’attività commerciale può avere un numero di clienti affiliati con la Personal Food fino al massimo della percentuale stabilita di detrazione fiscale. Naturalmente non si potrà andare a credito fiscale.
Non vuole essere una somiglianza ai buoni pasto circolanti, ma un livello superiore visto che andrà ad essere offerto a tutti e non solo ai dipendenti pubblici.
A differenza dei più generici buoni pasto, sono specifici dell’attività che li offre alla sua clientela affiliata e quindi alla stessa sicurezza delle singole persone.
Come per i buoni pasto non si potrà ricevere il resto e, nel liberismo futuro delle singole attività si potrà fare in modo che ognuno sviluppi nuove forme elettroniche/digitali personalizzate così da andare in detrazione all’importo mensile nell’utilizzo costante alle casse. Questo permetterebbe di incentivare le singole attività nell’offrire un servizio sempre più curato e facilitato alla clientela da mantenere nel tempo.
Se si ipotizzasse un importo minimo di Euro 200 (Kit di sopravvivenza…) x 60mln di italiani il totale ammonterebbe ad una spesa complessiva annua pari a 144mld di Euro. Se come detto in precedenza venissero eliminate e riviste tutte quelle detrazioni fiscali attuali (sconti autostradali, cassa integrazione, sussidi disoccupazione, coniuge a carico, bonus bebè e tutto quello di strutturato proveniente dalla distorta complessità del passato…), si rivalutasse tutta la tassazione in previsione di una maggiore sicurezza sociale con la Personal Food, a nessuno più verrebbe in mente di ripetere gli errori del passato, in relazione al continuo deficit dello Stato e alle sue continue spese da tagliare, se l’attuale situazione è quella regalata oggi all’Italia da tutti i piccoli, ma soprattutto troppo settoriali interventi, sommati nel tempo.
In contemporaneità ai tempi e a un’Italia d’insieme, un “tweet” in arrivo x tutti…
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